Licenza Creative Commons
Questo/a opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia .

Translate

il Duomo
















Elementi decorativi della facciata sono un rosone centrale, un giro di quadrilobi con testa umana, un fregio di formelle, mensole sorrette da animali stilizzati e un portale a sguancio profondo con colonnine a tortiglione, rosette e punte di diamante; sopra il rosone è il busto di Cristo.

la Polveriera Guzman

Ex Polveriera Guzman - Museo Archeologico Civico La polveriera Guzman, splendido esempio di architettura militare spagnola, fu costruita nel 1692 nell'ambito del sistema di fortificazioni che, insieme all'omonimo bastione, proteggeva la capitale dello Stato dei Presìdi. La struttura, dal tetto in pietra, fu dotata di quattro obelischi piazzati dinanzi alle finestre per proteggere il contenuto esplosivo da colpi di arma da fuoco. Qui Giuseppe Garibaldi, dopo aver attraccato a Talamone, venne a rifornirsi di armi e munizioni per la Spedizione dei Mille. All'interno della polveriera trova sistemazione la collezione archeologica comunale, ricca di monili, bucchero e utensili in pietra, che coprono un arco cronologico dall'età villanoviana a quella romana. La raccolta è completata dai materiali provenienti dal territorio orbetellano. Di particolare interesse è, infine, la copiosa documentazione archeologica rinvenuta nella Villa di Settefinestre, splendido esempio di villa latifondistica di età tardo-repubblicana e imperiale, i cui grandiosi resti, visibili alcuni chilometri a sud di Capalbio, giacciono purtroppo nell'incuria

la Laguna




La Laguna di Orbetello è una laguna costiera della Toscana, nella Maremma grossetana. La sua estensione è di circa 27 km². La profondità media è di un metro circa, la massima non supera i 2 m. È separata dal mare a ponente e a levante da due strisce di terra lunghe circa 6 km (i Tomboli sabbiosi della Giannella a NW e della Feniglia a SE) e ad ovest dal promontorio dell'Argentario. Una terza lingua istmica di terra si protende nel centro della laguna e su di essa sorge il centro urbano di Orbetello. Un ponte artificiale (la Diga Leopoldiana) collega Orbetello al Monte Argentario e divide la laguna in due parti, la Laguna di Ponente e la Laguna di Levante. Comunica con il mare per mezzo di tre canali artificiali: il canale di Fibbia (o delle Saline) nei pressi della foce del fiume Albegna ed il canale di Nassa (in località Santa Liberata), entrambi sul Tombolo di Giannella ed il canale di Ansedonia sul tombolo di Feniglia. Un quarto canale, il canale del Pertuso, fu progettato e furono anche iniziate le opere di scavo, che però non furono mai portate a termine. In passato l'economia di Orbetello era basata sullo sfruttamento della Laguna di Orbetello e sulla pesca. Attualmente questa attività, che un tempo era tramandata di padre in figlio nelle famiglie dei pescatori, è gestita da una società per azioni che impiega poco meno di cento dipendenti. Le acque della laguna sono ricche di pesce pregiato come spigole, orate, muggini e anguille. Un tempo venivano pescati anche gamberi e molluschi. Il pesce viene lavorato in loco o venduto in molti mercati d'Italia e anche all'estero. Pregiata è la produzione della bottarga di muggine e la preparazione delle anguille sfumate (anguille affumicate con aggiunta di spezie e peperoncino) che sono senza dubbio il piatto tipico della cucina locale. La laguna è una zona umida di importanza internazionale. In essa nidificano o transitano di passaggio molte specie di uccelli, fra i quali ricordiamo il Cavaliere d'Italia, il fenicottero rosa, l'airone bianco maggiore, il falco pescatore, la spatola, l'avocetta, il cormorano e varie specie di anatre. Parte della Laguna di Ponente è protetta nell'Oasi del WWF della Laguna di Orbetello e del bosco di Patanella. A causa dello scarso apporto di acqua dal mare e dell'immissione di scarichi ricchi di nitrati e di sali di potassio, provenienti dalle colture agricole, che hanno determinato il proliferare delle alghe, ed il conseguente impoverimento di ossigeno, la Laguna di Orbetello è un ambiente ad alto rischio. Per consentire la sua protezione sono stati emanati numerosi provvedimenti di legge ed è stato costituito l'Istituto del Commissario della Laguna di Orbetello.L'anguilla sfumata è un piatto tipico della zona di Orbetello che da secoli i pescatori preparano secondo un'antica ricetta che sembra risalga addirittura al periodo della dominazione spagnola sull'Argentario nel XVI secolo. Si tratta di un’anguilla affumicata, marinata e poi condita con una salsa tradizionale a base di peperone chiamata “pimento”, oggi conosciuta con il nome di anguilla sfumata ("sfumata" perché marinata e affumicata).
La laguna è ricchissima di pesce, tra cui appunto le anguille che per divenire 'sfumate' vengono trattate per almeno un paio di giorni.
I pesci freschi vanno aperti, puliti, tenuti a bagno nell'aceto per tre ore, lasciati asciugare la sole, conditi con una salsa a base di peperoni rossi, aceto, sale e peperoncino e infine fatti affumicare su fuoco di paglia o di pezzetti di legno.
Le anguille vengono pescate durante tutto l'anno. D'inverno i pescatori utilizzano strutture fisse, chiamate “Tesi”, che ostruiscono il transito della anguille, dalla costa al centro della laguna, facendole confluire all’interno dei martavelli (o nasse), mentre durante l’estate adoperano i “Crocioni”, strutture movibili, nelle zone che il pescatore sceglie, considerando le condizioni dell’ambiente lagunare.
L'anguilla sfumata è perfetta anche per preparare un gustoso sugo per gli spaghetti.

il Molino Spagnolo


Il Molino Spagnolo, uno dei simboli di Orbetello, è l'unico mulino a vento che si è conservato della serie di nove costruiti dai Senesi e successivamente restaurati dagli Spagnoli, quando la città lagunare divenne la capitale del piccolo Stato dei Presìdi (1557). Il mulino presenta una pianta circolare e, insieme agli altri, era utilizzato per macinare la farina destinata agli abitanti della città. L'edificio, che emerge suggestivamente dalle acque della laguna, si trova all'inizio della diga artificiale fatta costruire dal Granduca Leopoldo II nel 1842 per collegare Orbetello con l'Argentario

la Diga




La costruzione della Diga che unisce Orbetello all’Argentario ebbe inizio nel 1841. Fu inaugurata dal Granduca Leopoldo II, il 12 maggio dell’anno successico ed edificata sui resti di un antico acquedotto romano, che con molta probabilità doveva portare l’acqua dall’Argentario ad Orbetello. La costruzione della diga ha avuto grande importanza sia per quanto riguarda la viabilità tra il continente e l’isola con P.to S.Staefano e P.to Ercole, sia perchè fu determinante all’autonomia comunale dell’Argentario stesso. Prima della diga erano i pescatori che si offrivano di portare le persone da Orbetello al monte e viceversa. La storia racconta che nel 1337, Papa Gregorio XI, diretto a Roma, proveniente da Avignone, giunto nei pressi dell’Argentario fu costretto ad abbandonare la nave in località Santa Liberata a causa di un violento temporale: i pescatori di Orbetello con i barchini traghettarono il Papa,e attraverso la laguna raggiunsero in poco la cittadine lagunare che accolse con grandi feste papa Gregorio XI. Così Orbetello fu la prima terra D’Italia ad ospitare il pontefice di ritorno a Roma.
Oggi la diga è composta da otto ponti, tra i quali il più famoso è il ” ponte di mezzo”, dove, l’acqua trasparente ha fatto sì che generazioni di orbetellani imparassero a nuotare. I ponti hanno un utilizzo ben più importante di quello che si può immaginare, infatti oltre a parmettere il passaggio di pesci da una laguna all’altra, permettono il flusso ed il riflusso delle acque.
Oggi, purtroppo, il notevole traffico automoblistico ha reso meno romantica questa passeggiata, che tuttavia si sta riprendendo una bella rivincita grazie alla nuova costruzione di una pista pedonale e ciclabile, là dove una volta fumava il trenino, che collegava Orbetello a Porto S.Stefano.

il Tombolo della Giannella e della Feniglia



Il Tombolo della Giannella è una striscia di terra lunga circa 6 km e larga in media poco più di 300 metri, che va da Monte Argentario fino alla foce del fiume Albegna. È ubicato per tutta la sua estensione nel comune di Orbetello ed è bagnato a nord ovest dal Mar Tirreno e a sud est dalla Laguna di Orbetello di ponente. La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume Albegna, tributario del Mar Tirreno. La spiaggia sabbiosa, che si estende per tutta la lunghezza del tombolo ed è riparata dai venti di scirocco, è meta del turismo estivo balneare. Le acque sono poco profonde. Il tombolo è attraversato in senso longitudinale dalla S.S. n. 36 a cui si può accedere dalla Via Aurelia in prossimità di Albinia. È convenzionalmente divisa nelle zone di Santa Liberata, in prossimità del Monte Argentario e dove si trova la frazione di Giannella, Lido di Giannella, nella parte centrale e Saline, in prossimità del fiume Albegna. In località Saline si trova una delle fortificazioni spagnole dell'antico Stato dei Presidi, il Forte delle Saline e un altro edificio della stessa epoca, conosciuto come Casale Spagnolo. Nella stessa zona un tempo si trovavano le antiche saline, che hanno dato il nome al limitrofo centro di Albinia (dal latino albis = bianco). È tagliata da due canali artificiali (canale di Fibbia e canale di Nassa) costruiti per garantire l'apporto di acqua marina alla Laguna di Orbetello
La spiaggia è una delle più belle della Toscana e non ha nulla da invidiare - nei giorni in cui le correnti rendono l’acqua limpidissima - ai litorali delle isole. E’ la spiaggia della Feniglia una lunghissima striscia di sabbia e pineta tra il promontorio di Ansedonia e le pendici dell’Argentario che si chiudono attorno a Porto Ercole. Questa spiaggia è protetta, per fortuna, poiché si trova dentro la Riserva Naturale Statale Dune di Feniglia ed è davvero splendida nel suo essere selvaggia, con i tronchi portati d’inverno dal mare che biancheggiano sotto il sole, assumendo forme strane: ora sculture- installazioni (non sembra uno squalo?), ora capanne, oppure sedili, oppure ancora appoggiatesta… Naturalmente la parte più bella non è quella verso cui si accede dai parcheggi vicini al mare, per intenderci in direzione di Cala Galera e Porto Ercole. No, lì ci sono ombrelloni e lettini, bar e spuntini. La “vera” Feniglia è molto, molto più lontana. Bisogna camminare per almeno 30-40 minuti per raggiungere la “postazione” più vicina oppure in bicicletta occorre pedalare dai 15 ai 30 minuti per arrivare ai luoghi più deserti. Il punto di partenza, comunque, è o il primo parcheggio che si incontra sulla destra oppure quello che si trova invece proprio accanto all’ingresso della riserva, sulla prima strada a sinistra. Mai andare oltre. Basta fermarsi in questi primi parcheggi e lasciare l’auto. E poi scegliere: o a piedi o in bicicletta (si possono noleggiare ovunque). Innanzitutto il cosiddetto tombolo della Feniglia chiude da un lato la laguna di Orbetello (l’altra striscia sottile di terra è il tombolo della Giannella), quindi per arrivare o si passa dal paese lagunare attraversando lo specchio d’acqua, oppure si proviene dalla Giannella e da Porto Santo Stefano. La Feniglia è costituita da una pineta e macchia mediterranea fitta di piante dalle molte specie. Ecco alcuni nomi: pini marittimi e domestici, eriche, mirto, fillirea, lentisco. Molto rari, i frassini, gli ornelli, gli olmi e poi il leccio e la sughera. Vicino al mare vi sono i ginepri coccoloni e specie erbacee come l'euforbia delle spiagge, il giglio di mare, il poligono marittimo e l'eringio. E naturalmente un’invasione di rosmarino, profumatissimo. La sera sul tardi, di ritorno dal mare, oltre alle noiose zanzare (conviene sempre tornare prima del tramonto, perché è dopo che si scatenano…), può capitare di vedere degli animali che saettano tra gli alberi sfuggendo all’ultimo raggio di sole: sono i daini. Ma in Feniglia vi sono anche tortore, gufi, lodolai, fagiani ecc.
Il Casale della Giannella, storicamente noto come Torre della Giannella e comunemente chiamato Casale Spagnolo, è un edificio situato nel comune di Orbetello. La sua ubicazione è lungo il Tombolo della Giannella, all'interno della Riserva naturale Laguna di Orbetello di Ponente.
Il complesso architettonico sorse come torre costiera nella seconda metà del Cinquecento, per rafforzare il sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii. La struttura svolse le funzioni di avvistameno per un lungo periodo, potendo comunicare sia con il Forte delle Saline a nord che con la Torre della Peschiera di Nassa a sud, attraverso l'emissione di segnali luminosi dalla parte sommitale della torre. In epoca post-settecentesca la struttura fu trasformata gradualmente fino ad assumere l'attuale aspetto di casale rurale fortificato.
Il Casale della Giannella si presenta come un edificio a pianta rettangolare, che si articola su tre livelli discontinui. La facciata principale anteriore, rivolta verso ovest, si estende lungo uno dei due lati lunghi, ed è riconoscibile per la presenza di un frontone triangolare sommitale che culmina a sua volta con una coppia di pinnacoli mediali e con due pinnacoli laterali: il frontone è in continuità diretta con la rimanente porzione della facciata, pur caratterizzandosi per la presenza di tre finestre ad arco tondo, che si differenziano da quelle di forma quadrangolare che si aprono lungo i livelli inferiori e sugli altri prospetti dell'edificio. Il portale d'ingresso principale si apre al centro della medesima facciata e si presenta di forma rettangolare, con un'apertura circolare che lo sovrasta. La facciata posteriore, rivolta verso est alla retrostante Laguna di Orbetello, si caratterizza per la presenza di un singolare loggiato con archi ribassati al livello superiore. Le pareti esterne risultano prevalentemente rivestite in intonaco scialbato, mentre il tetto di copertura sommitale a due fornici si adatta al frontone andando a formare sopra di esso due spioventi minori.
Il complesso è incluso all'interno dell'omonima oasi del WWF.